Pino Pingitore. #Ritratti #Storie #Ieri #Oggi

Pino Pingitore è nato nel 1953 a Spezzano della Sila (Cosenza).

Vive e lavora a Catanzaro dove compie gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti (studi interrotti).
Inizia a dipingere giovanissimo (1969), anche se le prime, importanti esperienze maturano nella metà degli anni ‘70. È, infatti, uno dei promotori del “Gruppo Mauthausen” che darà vita, nel 1974, alla mostra multimediale Catanzaro ‘74 alternativa di gruppo.La violenza oggi ed… un’ipotesi di pace tenutasi presso il Palazzo della Provincia.
L’esperienza di gruppo, caratterizzata più dal confronto e dall’idea progettuale collettiva che dalla univocità stilistica, costituirà un’esperienza esaltante e di grande stimolo e formazione non solo artistica. L’esperienza del Mauthausen matura in un clima di grandi stimoli culturali e sarà preceduta, nei primi anni ‘70, dall’esperienza di arte di strada e dalla successiva formazione, nel 1971, del gruppo “IV Marzo” che organizza, nel 1973 presso la sala espositiva del palazzo della Provincia di Catanzaro, la mostra Pittura, Scultura, Fotografia, Scenografia. In questo periodo è attratto dal Neoplasticismo, di Mondrian in particolare, che condurrà il lavoro in un’orbita astratto-geometrica. Dal 1976 si occupa anche di graphic design e nel 1985 crea lo Studio Pingitore comunicazione visiva. Dal 1989 al 1990 è socio AIAP (Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva) e socio TP (Associazione Tecnici Pubblicitari). Nel 1991 crea l’Agenzia di pubblicità C&P Associati. Nel 1995 è supplente di Plastica Ornamentale e nel 1998 docente di Tecniche d’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; nel 2000 di Tecniche di Decorazione del Vetro presso l’IMED (Istituto Mediterraneo del Design) sempre di Catanzaro. Nel 1982 la prima mostra personale alla galleria Mattia Preti di Catanzaro, seguita da quella romana, curata da Emilio Villa, alla galleria Porto di Ripetta. Nel 1986 è presente ad Artenova: la giovane ricerca in Calabria a Cosenza. Partecipa a tre edizioni dell’Expo Arte di Bari (1986, 1987, 1989). In questi anni, abbandonata la ricerca astratto-geometrica, il lavoro evolve verso poetiche neo-informali per concretizzarsi, agli inizi degli anni ‘90, in un linguaggio teso a sintetizzare le precedenti esperienze. Espone a Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica; a Napoli, galleria AcomeArte e Casina Pompeiana; al Museo Civico di Taverna (Cz); all’ex chiesa Cavalieri di Malta, Siracusa; allo spazio QAL’At di Caltanissetta; al centro Angelo Savelli di Lamezia Terme (Cz). Inizia il ciclo degli “Scrigni”, opere realizzate con antirombo, acrilici e vernici industriali. http://www.pinopingitore.it

Ararat, la montagna del mistero. Paolo Cossi

Secondo il racconto biblico, dopo il diluvio, l’Arca di Noè si sarebbe adagiata tra le sommità dell’Ararat, il monte che con i suoi oltre cinquemila metri d’altezza è la vetta principale dell’attuale Turchia.
Quale realtà corrisponde a questo racconto? Azad Vartanian, il personaggio principale di Ararat, la montagna del mistero, intende accertarlo.
È convinto che comparando le testimonianze e i reperti storici si possa arrivare a individuare precisamente il sito che custodiva i resti dell’Arca e che ancora ne reca traccia. Giunto sull’Ararat nei pressi del campo, in una “zona impervia e pericolosa, dove non vi sono alberi ma solo rocce vulcaniche e taglienti che generano frane continue”, capisce che, al di là dell’aura sacra che lo circonda, questo sito è soprattutto un luogo eternamente conteso, segnato da un lungo passato di conflitti che hanno lasciato ferite insanabili nella memoria di tutte le popolazioni anatoliche, e ancor oggi strettamente controllato dall’esercito dello Stato turco.
Quelle ferite riaffiorano a poco a poco dalle parole, dai gesti e dai silenzi dell’anziano pastore curdo che amichevolmente ospita Azad, lo istruisce, lo guida ai luoghi desertificati e oscuri dove ebbe luogo, nel 1915, l’eccidio degli armeni che abitavano la montagna, e con ritegno gli mostra quanto vi resta sperso dei loro villaggi e dei loro corpi.
Alla fine, il suo non sarà più soltanto il viaggio avventuroso di un intrepido alpinista e archeologo, e andare fino in fondo alle sue ricerche sull’antico mistero del monte Ararat gl’importerà meno di quel che ha dolorosamente appreso di sé, del mondo in cui vive e degli uomini che lo abitano.

In questo suo nuovo lavoro Paolo Cossi ritorna alle questioni da lui già affrontate in Medz Yeghern. Il grande male ma anche ai temi, a lui cari fin dagli esordi, della vita in montagna.

Alla prima edizione era allegato il DVD di un documentario sui popoli dell’Ararat e sulle ricerche archeologiche di Azad Vartanian, cui si deve anche il soggetto di questo racconto. http://www.hazardedizioni.it/public_html/contemporanea/ararat-ne.html

  • Paolo Cossi
  • Ararat, la montagna del mistero
  • SECONDA EDIZIONE
  • Pagine 112, b/n
  • Formato 17 x 24 cm
  • Finitura brossura, rilegato a filo, copertina a colori con alette
  • Uscita settembre 2015
  • ISBN 978-88-7502-125-2