“Non più giovane ma bella, o rivali ancora acerbe, sono l’idromele della poesia, il frutto maturo e succoso. Non criticate le mie rughe, gli anni non lasciano carezze sul viso. La mia gente mi ha rinnegata: voleva che restassi a fare la guerra…” L’Amata
Una mattina, dicembre 2021 Castel di Sangro (AQ), Pinacoteca Patiniana. La presentazione del Cantico dei Cantici della scrittrice “serbo napolitana” Slobodanka Ciric, tavole interlocutorie figurative e copertina di Mila Maraniello, edita da La Città del Sole.
Dialogo a più voci, moderato dal Sociologo e Giornalista Giuseppe Giorgio.
- Cinzia Mattamira, Responsabile della Pinacoteca,
- Enia Acconcia, Assessore ai Beni artistici, alle Pari opportunità e alle Politiche per la famiglia del Comune di Castel di Sangro,
- la stessa scrittrice, anche nelle vesti de “L’Amata”,
- la digital artist Mila Maraniello,
- il professore Walter Miraldi, che per l’occasione ha vestito pure i panni de “L’Amato”
- gli studenti delle classi IVB TUR, III TUR dell’I.I.S.S. PATINI-LIBERATORE che hanno interpretato “Il Coro”
- e la professoressa Giuliana Mannarelli, che si è soffermata particolarmente su tre aspetti dei versi della Ciric:
“Leggendo e rileggendo il bel testo della nostra poetessa sono stata colpita da tre aspetti: 1. La riscrittura, spiegata da lei stessa in un’intervista nella quale dichiara di volere che il suo Cantico sia “per quanto possibile aderente al testo di partenza”. 2. La scrittura dell’esilio. 3. Gli echi di movimenti poetici da me apprezzati e ai quali questo Cantico si può ricollegare. Come sappiamo, il lettore (Lector in fabula scriveva Umberto Eco) entra sempre nel testo con il proprio bagaglio culturale ed emotivo”.
“Indomita, pura lipizzana sei tu, amica mia.
Il tuo bel volto regale, eredità di sangue slavo.
Ti donano i gioielli d’argento, con grani d’onice e corallo”,
“Se non lo sai, o più avveduta tra le donne, ascolta i suoi pensieri sogna i suoi incubi nelle notti stese tra l’ombra e l’anima”
La presentazione, parte del “Natale 2021 Città di Castel di Sangro” ha entusiasmato i presenti, in particolar modo i ragazzi, che tra letture, domande e risposte, si sono sentiti protagonisti di un vortice di storie, parole, colori ed emozioni che mai avrebbero ipotizzato potesse diventare – anche solo per qualche ora – il loro “mondo”.
…E si riprende verso nuovi “orizzonti”, il paesaggio innevato, la voglia di ri-cominciare senza trascurare quel Valore Assoluto che dice di rispetto per la Natura e le Tradizioni di Terre diverse dal caos – poco calmo – delle grandi città.
“Non complicate le cose se non è necessario” Guglielmo di Occam.
MONTENERO VALCOCCHIARA
(la professoressa Giuliana Mannarelli). Il nostro gruppo, parlando di Montenero e del suo passato, ha potuto constatare la mancanza di notizie scritte sulle tradizioni e costumi che lo caratterizzavano. La vita del paese era scandita dal duro lavoro dei campi al quale quasi tutti si dedicavano fino alla grande emigrazione del secondo dopoguerra. La necessità di raccogliere e trascrivere tradizioni, usanze e pratiche agricole è stata quindi la prima forte motivazione per il nostro lavoro di ricerca affinché le nuove generazioni disponessero di una memoria scritta sul paese e i suoi abitanti. La seconda motivazione, non meno importante, è stata quella di contestualizzare la storia di Montenero inserendola nella “grande storia” dell’Ottocento e del Novecento. Abbiamo trovato nei vari archivi (Montenero, Isernia, Campobasso) documenti preziosi e talvolta sorprendenti. https://festadelricordo.com/2017/07/15/primo-articolo-del-blog/https://festadelricordo.com/
…E si riscopre la voglia di non fermarsi all’ennesima malinconica realtà; il “mondo” non sempre “ascolta” la voce di quanti, a prescindere dal “dove” hanno qualcosa da raccontare. E il “suono” del Tempo conduce a nuovi incontri. Buon ascolto, buon Vivere. #Amore è #Raccontare la #Bellezza