“EUROPA CINEMA AL FEMMINILE” Sei giornate di proiezioni e incontri dal giovedì al sabato per 2 settimane: 23, 24, 25 novembre e 30 novembre, 1, 2 dicembre

  • Dieci registe, 12 film, 2 masterclass
  • All’Institut Français Le Grenoble, Napoli
  • Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

Apertura giovedì 23 novembre con la prima visione de “Il Cerchio” di Sophie Chiarello – David di Donatello Miglior documentario 2022

Un nudo di donna. Un’antica fotografia. Questa immagine, rivelatoria, lancia la terza edizione di “Europa cinema al femminile”. Una fotografia che è quasi una dichiarazione d’intenti: mettere a nudo, scoprire i segreti del cinema delle donne. La rassegna realizzata con il contributo di Regione Campania e Fondazione Film Commission, si terrà all’ Institut français di Napoli Le Grenoble in 6 giornate, da giovedì 23 a sabato 25 novembre, da giovedì 30 novembre a sabato 2 dicembre. “Il percorso dei film proposti ritaglia uno spazio di visione alternativa a Napoli sul cinema di ricerca e d’autore proposto dalle registe contemporanee. Film che non arrivano nei circuiti canonici della distribuzione – spiega l’ideatrice e curatrice Antonella Di Nocera – con le registe che saranno presenti sempre in sala. Il dialogo e l’incontro, insieme alle visioni, si terranno nella piccola casa del cinema che è la Salle Dumas dell’Istituto Francese di Napoli. E francese è l’ospite d’onore della rassegna, Claire Simon, che il primo dicembre sarà protagonista di una giornata di masterclass in occasione dell’anteprima a Napoli, dopo Torino e Milano, del suo ultimo documentario Il nostro corpo”.
Ad aprire la kermesse giovedì 23 novembre la proiezione, in prima assoluta a Napoli, de “Il Cerchio” di Sophie Chiarello, film vincitore del David di Donatello 2023 come Miglior documentario, e menzione speciale della giuria per Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma 2022: il documentario segue un gruppo di bambini dalla prima alla quinta elementare, esplorando il loro mondo e le loro emozioni attraverso il tempo del cerchio in un’aula scolastica.  A seguire il film “Dalva” di Emmanuelle Nicot che ha vinto due premi alla settimana della Critica al Festival di Cannes del 2022, migliore interpretazione a Zelda Simpson e premio Fipresci: un’opera prima coraggiosa in cui il processo di maturazione della protagonista è ribaltato, nella ricerca della protagonista della spensieratezza dell’essere bambina. Il 24 novembre sarà la volta di Veronique Jardine e del suo “L’employée du moi”, commedia belga graffiante e impetuosa che ha come protagonista un’addetta alle pulizie, presentata al Tribeca Festival. La serata si chiude alle 19 e trenta con la proiezione di “Six Weeks” dell’ungherese Noémi Veronika Szakonyi lungometraggio d’esordio, ritratto sfumato e privo di giudizi di una giovane donna che dà in adozione il suo bambino.

Il sabato pomeriggio sarà dedicato alla giovanissima documentarista Chiara Rigione scomparsa quest’anno con le sue due opere “Domani, chissà, forse” e “Orfani del sonno”, mentre la sera sarà la volta del cinema tedesco con il film presentato quest’anno a Venezia alla Settimana internazionale della Critica “Life is not a competition, but I’m winning” di Julia Fuhr Mann, che indaga le regole legate al genere nel mondo dello sport agonistico.  “La rassegna porta con sé dalla nascita il concetto di Europa, un territorio antico che si rigenera nella connessione tra i popoli e le culture. In questa terza edizione – spiega la direttrice artistica Elisa Flaminia Inno – abbiamo dato uno spazio privilegiato alle questioni di identità di genere e a temi come il trauma, la maternità e lo sport”.


La seconda parte della rassegna si apre il 30 novembre con una matinée con le scuole e la proiezione di “Donne di Terra” proprio della direttrice artistica e regista Elisa Flaminia Inno: un documentario che tratteggia il ritratto di cinque donne, contadine di nuova generazione, attive nel Sud Italia. A seguire il talk con la regista e le protagoniste del documentario. La sera alle 19 e trenta si terrà la proiezione di “Breaking the ice” di Clara Stern un film che narra la storia di una capitana di una squadra di hockey alla ricerca di un equilibrio personale autentico.

Venerdì primo dicembre sarà tutto dedicato alla regista francese Claire Simon: alle 16:30 si terrà una masterclass a lei dedicata in cui dialogheranno con la regista stessa Leonardo Di Costanzo e Antonella Di Nocera. A seguire la proiezione, in prima visione a Napoli, del suo documentario “Notre corps, indagine in una clinica ginecologica parigina, tra nascite, diagnosi di cancro, consultazioni sull’endometriosi e terapie ormonali per donne trans.

Sabato 2 dicembre si aprirà alle 17 e trenta con la proiezione de “La volontaria” della spagnola Nely Neguera in cui la protagonista, una dottoressa in pensione, volontaria in una ong in Grecia si troverà ad esplorare i limiti tra l’amore per il prossimo e il bisogno di sentirsi utile.

Gran finale alle 20 con “La bella estate” di Laura Luchetti, tratto liberamente dalla novella di Cesare Pavese, il film racconta la complessa storia d’amore di Ginia con il proprio corpo e il desiderio nel tempo inquieto della giovinezza.

Tutti i film saranno preceduti e seguiti da un confronto con le registe e autrici.


“Europa – Cinema al femminile” nasce da un’idea di Antonella Di Nocera, a cura di 15 06 Film, con la direzione di Elisa Flaminia Inno e il supporto del comitato scientifico che include Gina AnnunziataAnna Masecchia e in partnership con l’Accademia di Belle Arti di Napoli. È stata realizzata con il sostegno di Regione Campania e Film Commission Regione Campania, promossa con EUNIC- European National Institutes of Culture in collaborazione con Institut Français Napoli, Goethe Institut Neapel, Instituto Cervantes Nápoles, Accademia d’Ungheria a Roma, Wallonie-Bruxelles International, Forum Austriaco di Cultura Roma, l’Accademia delle Belle arti di Napoli, Università Federico II di Napoli. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Con il patrocinio di Città Metropolitana di Napoli e Comune di Napoli. Si ringrazia Parallelo41 produzioni e l’Archivio fotografico Carbone per l’immagine della locandina. L’ingresso a tutta la rassegna è libero fino a esaurimento posti | È consigliata la prenotazione infoline 081 761 6262. L’Institut français di Napoli Le Grenoble è in via Crispi 86 – uscita metropolitana p. Amedeo e funicolare Chiaia.

Santa Lucia, lungometraggio del giovane regista e sceneggiatore napoletano Marco Chiappetta, distribuito da Double Line.

Nelle sale dal 3 novembre 2022

Santa Lucia, esordio al lungometraggio del giovane regista e sceneggiatore napoletano Marco Chiappetta. Dopo le partecipazioni al Torino Film Festival fuori concorso nel 2021 e all’Ischia Film Festival nel 2022, e il premio come miglior film all’Edera Film di Treviso, è da oggi, Giovedì 3 novembre 2022, nelle sale, Santa Lucia, esordio al lungometraggio del giovane regista e sceneggiatore napoletano Marco Chiappetta, distribuito da Double Line.

Teatri Uniti, laboratorio permanente per la produzione e lo studio dell’arte scenica contemporanea, ha prodotto tra le altre cose i primi film di Mario Martone e Paolo Sorrentino. Per “Santa Lucia” ha formato una troupe composta da giovani professionisti del settore, molti nati negli anni Novanta, guidati da alcuni veterani che vent’anni prima già condivisero il set de “L’uomo in più”, folgorante esordio sul grande schermo di Sorrentino e di cui in “Santa Lucia” ritroviamo anche uno dei protagonisti, Andrea Renzi.

Al centro di questa storia c’è Napoli, che si presenta in una versione inedita e senza tempo, quasi onirica e crepuscolare, una città apparentemente deserta. Qui si sviluppa il racconto del ritorno di Roberto (Renato Carpentieri), scrittore ormai cieco che dopo molti anni trascorsi a Buenos Aires rientra nella sua città natale per la morte della madre. Insieme, con il fratello Lorenzo (Andrea Renzi), musicista mancato, intraprende un viaggio nella memoria della città della sua infanzia e giovinezza, che non può più vedere, ma solo percepire attraverso i sensi che gli restano, i ricordi e l’immaginazione, alla ricerca del doloroso motivo che lo spinse ad abbandonare la sua città.

“Dopo aver distribuito alcuni film di affermati autori stranieri – sottolinea il distributore – ci è parso doveroso tenere gli occhi aperti anche sul panorama nostrano che ogni anno offre esordi interessanti, a volte ingiustamente relegati al solo circuito dei festival. ‘Santa Lucia’ è un film italiano nell’anima ma universale nei contenuti, che colpisce anche per la rappresentazione di una Napoli inedita, quasi dal taglio ‘impressionista’ nella scelta degli ambienti e della fotografia”. “L’idea del film – ha spiegato il regista – è nata quando vivevo all’estero. Mi mancava talmente tanto la mia città che ho iniziato a chiedermi cosa succederebbe a una persona se, dopo anni di lontananza, facesse ritorno nella sua città natale senza poterla più rivedere. Così ho voluto raccontare il passato di un uomo senza futuro, ‘il punto di vista’ di un cieco che non può più vedere ma solo sentire con gli altri sensi, immaginare e ricordare. Roberto, accompagnato al fratello Lorenzo, ripercorre i ricordi e i luoghi del cuore, alla ricerca di un pezzo mancante”.

“Santa Lucia” in sala dal 3 novembre – “L’idea del film – ha spiegato il regista – è nata quando vivevo all’estero. Mi mancava talmente tanto la mia città che ho iniziato a chiedermi cosa succederebbe a una persona se, dopo anni di lontananza, facesse ritorno nella sua città natale senza poterla più rivedere. Così ho voluto raccontare il passato di un uomo senza futuro, ‘il punto di vista’ di un cieco che non può più vedere ma solo sentire con gli altri sensi, immaginare e ricordare. Roberto, accompagnato al fratello Lorenzo, ripercorre i ricordi e i luoghi del cuore, alla ricerca di un pezzo mancante”.

Il regista Marco Chiappetta (Napoli, 1991) si è laureato in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli e in Études Cinématographiques all’Université Paris VII – Diderot. Dall’età di 17 anni ha realizzato diversi cortometraggi e backstage di film e serie tv per produzioni come Warner Bros. e Disney. “Santa Lucia” è la sua opera prima. Il film è stato realizzato da Teatri Uniti in co-produzione con Riverstudio e Audioimage, con il sostegno del MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il contributo della Regione Campania, in collaborazione con Film Commission Regione Campania.

Recensione di Giancarlo Zappoli venerdì 14 ottobre 2022 – UN’ECCEZIONALE PRESTAZIONE DI RENATO CARPENTIERI IN UN’OPERA PRIMA DI QUALITÀ. Roberto ha lasciato da quarant’anni il quartiere napoletano di santa Lucia ed è andato a vivere a Buenos Aires dove è divenuto uno scrittore famoso. Fa ora ritorno nella sua città in seguito all’annuncio della morte della madre. Roberto ora è non vedente e ad accompagnarlo nei luoghi in cui sono cresciuti insieme è il fratello Lorenzo che dalla Campania non si è mai mosso. Il fratello scrittore conserva però un segreto che sta alla base del suo allontanamento e che ora Lorenzo vorrebbe scoprire. Ci sono voluti dieci anni per giungere a questo film che Marco Chiappetta dirige come opera prima. Il tempo è stato ben speso perché il risultato è di qualità. A partire dal titolo che offre un’ampia sintesi degli elementi di base della storia. Santa Lucia è il quartiere di Napoli più celebrato nelle canzoni di coloro che erano emigrati e che lo cantavano con profonda nostalgia. Come si sa poi Santa Lucia è la santa protettrice di coloro che non vedono e, come forse si sa meno, c’è la presenza, nella tradizione, di una sorta di amuleto denominato ‘l’occhio di santa Lucia’ che proteggerebbe dalla cecità solo se chi lo possiede non lo cede ad altri. Tutti elementi che nel film ritornano sostenuti dalla come sempre eccezionale prestazione di Renato Carpentieri affiancato da un altrettanto efficace Andrea Renzi nel ruolo del fratello Lorenzo, cioè di colui che è rimasto a casa ma che nella passata infanzia più volte aveva mostrato una profonda gelosia nei confronti di Roberto destinatario di maggiori attenzioni da parte della madre in quanto ritenuto più fragile. Chiappetta riesce a rendere con grande intensità la situazione della cecità a partire da quelle macchie di colore liquide che invadono lo schermo sin dall’inizio per poi riproporsi successivamente. Non può non tornare alla memoria, nell’interpretazione di Carpentieri, il capitano Fausto di Vittorio Gassman in Profumo di donna.

Fantasia film d’animazione del 1940 diretto da registi vari, prodotto dalla Walt Disney Productions

Tatiana Riabouchinska, ballerina di fama internazionale negli anni Trenta e Quaranta, morta all’eta di 84 anni in una clinica di Los Angeles. Considerata una delle piu versatili danzatrici dell’epoca per il repertorio classico, Walt Disney si ispiro al suo virtuosismo quando realizzo il film Fantasia, nel 1940, in cui si vedono ippopotami ballerini. E lei, molto compiaciuta, reduce dai successi dei piu importanti teatri europei ed americani, si esibi per i disegnatori della Disney per un paio di settimane. Nata a Mosca nel 1916, la sua famiglia lascio la Russia poco prima dello scoppio della rivoluzione, trasferendosi da prima a Praga e poi a Parigi. Nella capitale francese fu notata dal grande coreografo George Balanchine, che la chiamo a far parte del Balletto Russo di Montecarlo. Inizio cosi una carriera sfolgorante che porto la danzatrice a diventare una acclamata star, facendo parte dei piu importanti cast degli anni Trenta e Quaranta e amica dei piu grandi coreografi, che si ispiravano a lei per nuovi progetti.

Fantasia è un film d’animazione del 1940 diretto da registi vari, prodotto dalla Walt Disney Productions e distribuito dalla Walt Disney Company. Con la direzione di storia di Joe Grant e Dick Huemer, e la supervisione di produzione di Ben Sharpsteen, è il 3° nonchè più lungo Classico Disney. Il film è composto da otto segmenti animati impostati su brani di musica classica diretti da Leopold Stokowski, sette dei quali sono eseguiti dall’Orchestra di Filadelfia. Il critico musicale e compositore Deems Taylor agisce come maestro di cerimonie, introducendo ogni segmento in scene live action interstiziali.

Come il primo Classico Disney Biancaneve e i sette nani, anche Fantasia venne ritenuto un film che non avrebbe fatto successo e portato l’azienda al fallimento. A differenza però di BiancaneveFantasia fu effettivamente un insuccesso durante la prima distribuzione nelle sale statunitensi. Il film non poté essere esportato in Europa e fece quasi fallire l’azienda, che però recuperò un anno dopo con il quarto Classico Disney, Dumbo – L’elefante volante.

Disney ebbe l’idea di realizzare il film mentre si avvicinava il completamento dei lavori de L’apprendista stregone, un cortometraggio delle Sinfonie allegre concepito come un ritorno di Topolino, la cui popolarità era declinata. Poiché i costi di produzione erano cresciuti, superando il possibile guadagno, Disney decise di includere il corto in un lungometraggio con altri segmenti impostati su brani classici. La colonna sonora venne registrata usando un processo multicanale e riprodotta in Fantasound, un innovativo sistema di riproduzione del suono che rese Fantasia il primo film commerciale proiettato in stereofonia.

Fantasia debuttò in un numero limitato di sale in tredici città degli Stati Uniti a partire dal 13 novembre 1940. Ricevette reazioni critiche contrastanti, e non fu in grado di realizzare un profitto. Fu dovuto in parte alla seconda guerra mondiale, che tagliava fuori il redditizio mercato europeo, ma anche agli elevati costi di produzione del film, alle spese di affitto dei cinema e all’installazione delle attrezzature Fantasound per le proiezioni limitate. Inoltre parte del pubblico si allontanò dalla Disney improvvisamente diventata “colta”, preferendo le animazioni standard. La pellicola venne riproposta più volte con video e audio eliminati, restaurati e modificati a partire dal 1945 subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, permettendo al film di essere riscoperto dal pubblico europeo. Ad oggi, Fantasia ha incassato 76 milioni di dollari di entrate nazionali ed è il ventiduesimo maggior incasso cinematografico di tutti i tempi negli Stati Uniti al netto dell’inflazione.[2] Il nipote di Walt, Roy E. Disney, co-produsse un sequel uscito nel 1999 dal titolo Fantasia 2000.

Cuori ribelli (Far and Away) film del 1992 diretto da Ron Howard tratto da uno scritto di Howard e Bob Dolman.

Cuori ribelli (Far and Away) è un film del 1992 diretto da Ron Howard, e tratto da uno scritto di Howard e Bob Dolman. Il film ha come interpreti principali Tom Cruise e Nicole Kidman. È stato fotografato nel Super Panavision System 65 da Mikael Salomon, con una colonna sonora di John Williams.

Cruise e Kidman interpretano alcuni immigranti irlandesi alla ricerca della loro fortuna nell’America del 1890, prendendo alla fine parte alla Corsa alla terra del 1893. È stato presentato fuori concorso al 45º Festival di Cannes. Alcuni spezzoni del film sono stati impiegati nel video musicale del brano Book of Days di Enya.

In Irlanda, la casa della famiglia di Joseph Donnelly viene bruciata dagli uomini del suo padrone di casa per non aver pagato gli affitti. Giurando vendetta, Joseph tenta di uccidere il padrone di casa, ma conosce la figlia, Shannon, intenta a ribellarsi alle tradizioni di famiglia e fuggire in America. I due decidono di fuggire insieme. Su unUna sera, Joseph va al club di Kelly e scopre Shannon sul palco come una ballerina di burlesque. Mentre cerca di interrompere il ballo, Joseph viene circondato da alcuni ammiratori che lo invitano ad un incontro di boxe con una somma di 200 dollari. Joseph, convinto da Shannon, accetta l’incontro ma durante la lotta viene distratto da uomini che tentano di abusare di Shannon e per questo viene sconfitto e cacciato dal club insieme a Shannon ed anche dall’alloggio.a nave, Shannon e Joseph conoscono il signor McGuire, che cerca di aiutarli a rivendere i cucchiai d’argento che Shannon aveva portato con sé. Arrivati a Boston, McGuire viene ucciso e i cucchiai rubati. Joseph e Shannon fuggono ed incontrano un operaio, Kelly, leader della comunità di immigrati irlandesi, che trova loro un alloggio e dei posti di lavoro, ma purtroppo i due sono costretti a condividere l’unica stanza rimasta; per evitare uno scandalo, Joseph dice che Shannon è sua sorella.

Nei giorni passati, Joseph e Shannon iniziano ad essere attratti l’un l’altro ma entrambi respingono i propri sentimenti. Joseph viene introdotto in un club di boxe diventandone un idolo. Intanto in Irlanda, la casa dei Christie viene bruciata e la famiglia decide di emigrare in America per ritrovare la loro figlia Shannon. Finiti per la strada e senza un soldo, Joseph e Shannon entrano infreddoliti in un casa che sembra abbandonata; lì mangiano e si scaldano e si dichiarano i sentimenti, ma arriva il proprietario della casa; Shannon e Joseph riescono a fuggire, ma Shannon rimane ferita per un colpo di fucile alla spalla. Joseph porta Shannon in una casa, per cercare aiuto, e arriva presso la casa della famiglia dei Christie, giunti in America e si allontana senza riuscire a dichiararle i suoi sentimenti. Joseph trova lavoro presso una ferrovia abbandonando il suo sogno di possedere la terra. Un giorno fugge e va in Oklahoma per rivendicare il suo diritto sulla terra. Qui ritrova Shannon e il suo promesso sposo Stephen, geloso delle sue attenzioni per Shannon e disposto ad ucciderlo. La notte precedente alla corsa per la conquista della terra, il cavallo di Joseph muore e lui ne prende un altro che riesce a prevalere sugli altri, dopo aver scoperto che Stephen aveva imbrogliato controllando illegalmente il territorio prima della gara. it.wikipedia.org

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Riconoscimenti
Recensione Cuori ribelli - Everyeye Cinema

UNA LUNGA DOMENICA DI PASSIONI – SEBASTIEN JAPRISOT: Aspetterò finché sarà necessario che questa guerra, nel cervello di tutti, sia ciò che è sempre stata, la più immonda, la più crudele, la più inutile di tutte le fesserie..

Una lunga domenica di passioni (Un long dimanche de fiançailles) è un film del 2004 diretto da Jean-Pierre Jeunet, tratto dal libro omonimo dello scrittore francese Sébastien Japrisot.

 Aspetterò ancora. Aspetterò finché sarà necessario che questa guerra, nel cervello di tutti, sia ciò che è sempre stata, la più immonda, la più crudele, la più inutile di tutte le fesserie.. Pag. 265
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Nelle trincee francesi durante la prima guerra mondiale, cinque soldati vengono accusati di auto-mutilazione per ottenere il congedo. Condannati a morte da una corte marziale, vengono condotti fino ad un avamposto chiamato «Bingo Crepuscolo» e abbandonati al loro destino nella terra di nessuno tra le trincee tedesche e quelle francesi. Tra i rei c’è Bastoche, un falegname parigino di mezza età; Six-Sous, un padre di famiglia e attivista socialista; Ange Bassignano, un corso; il contadino Notre-Dame, infine il giovane pescatore bretone Manech.

A fine guerra la fidanzata di Manech, una ragazza di nome Mathilde rimasta zoppa per la poliomielite, viene contattata da un ex sergente ricoverato in un ospedale a causa dell’influenza spagnola. L’uomo, Daniel Esperanza, le rivela che Manech non è caduto in combattimento come le è stato comunicato, ma è stato gettato fuori dalle trincee insieme a altri quattro condannati. I cinque soldati sono tutti morti. Eppure Mathilde nutre la speranza che il suo fidanzato sia sopravvissuto, e che non si sia messo in contatto con lei perché ha perduto la memoria per un trauma subito prima dei fatti. Comincia a fare indagini presso le famiglie degli altri quattro condannati; si avvale anche di un investigatore privato, Germain Pire, il quale si reca fino in Corsica per le sue indagini, senza molto successo. Poco alla volta, mentre gli anni passano, Mathilde raccoglie testimonianze frammentarie su ciò che è accaduto quel giorno. Uno dei cinque corpi rinvenuti dopo la battaglia aveva ai piedi stivali dell’esercito tedesco ed è stato identificato come il falegname Bastoche, ma lei sa che l’uomo li aveva scambiati con un amico, il caporale Biscotte, il quale generosamente voleva impedire che cadesse in mano nemica con quelle calzature compromettenti tolte a un soldato ucciso. Purtroppo Biscotte è morto il giorno successivo all’ospedale militare, distrutto nell’incendio di un dirigibile.

Una lunga domenica di passioni – SEBASTIEN JAPRISOT
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“C’erano una volta cinque soldati francesi che facevano la guerra, perché così va il mondo. L’uno dietro l’altro, avanzando a fatica, andavano tutti e cinque verso le prime linee, con le braccia legate dietro la schiena. Uomini col fucile li conducevano di trincea in trincea verso il riverbero freddo della sera, oltre le barricate, oltre il cavallo morto e le casse di munizioni abbandonate. C’era molta neve, erano i primi giorni del primo mese del 1917…”

FRONTE DELLA SOMME, GENNAIO 1917. Cinque soldati francesi condannati a morte dal tribunale militare vengono lasciati nella terra di nessuno fra le trincee, perché siano massacrati dall’artiglieria tedesca. Tra loro c’è Manech, neppure vent’anni, accusato di essersi ferito volontariamente con l’intento di sfuggire alla guerra.

CAP-BRETON, 1919. Mathilde, promessa sposa di Manech, risponde all’appello di uno sconosciuto che, moribondo, chiede di incontrarla. È Daniel Esperanza, l’ufficiale incaricato di abbandonare i condannati al loro tragico destino. Al suo capezzale Mathilde ascolta l’atroce racconto delle ultime ore del fidanzato, del quale non ha più notizie da due anni. L’ufficiale, però, non ha visto morire i condannati e la speranza che Manech sia sopravvissuto spinge Mathilde a indagare. È passato molto tempo, le testimonianze si contraddicono, le persone coinvolte vogliono dimenticare o fingono di non sapere, ma lei non si dà per vinta. In un turbinio di incontri, avventure e rivelazioni, Japrisot evoca con sapienza l’atmosfera degli anni in cui il jazz prende il posto del rombo dei cannoni e ci regala, con Mathilde, un’eroina indimenticabile, fragile e coraggiosa, dal fascino straordinario. https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/una-lunga-domenica-di-passioni/

#LAlberodelleIdeeStorie

Zhang Ailing: Lussuria. Traduzione Maria Gottardo e Monica Morzenti.

Nessuno scrittore ha mai usato la lingua cinese con tanta crudeltà come Zhang Ailing, e nessun racconto è bello e crudele come Lussuria.
Ang Lee

Lussuria - Ailing Zhang - copertina
Lussuria
Zhang Ailing
Traduttore: M. GottardoM. Morzenti
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Collana: Scrittori contemporanei
Anno edizione: 2007
Formato: Tascabile
Pagine: 171 p., Brossura
EAN: 9788817018753

Nella Shanghai degli anni Quaranta, fascinosa e cupa, amore e spionaggio si mescolano in un’alchimia fatale. Una studentessa diventa l’amante di un funzionario del governo nazionalista durante l’invasione giapponese. Nel tempo circoscritto in cui la moglie di lui gioca con le amiche una partita di majiang, la ragazza attira l’amante in una gioielleria dove è stato preparato l’attentato che deve ucciderlo. Lui vuole regalarle un anello, lei attraversa tutte le fasi del dubbio, dell’indecisione, del rimorso.
https://bur.rizzolilibri.it/

Lussuria, da cui nel 2007 Ang Lee, autore di una breve prefazione al testo, ha tratto l’omonimo film, Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, è in tal senso un classico: Jiazhi è una giovane attrice a cui viene chiesto di sedurre un funzionario collaborazionista per indurlo a cadere in una trappola mortale. La donna però si innamora sul serio, con conseguenze tragiche. I fiori di Yin Baoyan, pur se il meno riuscito del lotto, conserva una freschezza rinfrancante nel raccontare la relazione impossibile tra una studentessa e il suo professore, sposato e con figli. Infine Quanto odio getta uno sguardo lucido e cinico al tradimento e alle bassezze umane: Jiayin incontra Zongyu al cinematografo, ma rifiuta il suo corteggiamento. In cerca di lavoro, accetta di fare da insegnante privata alla piccola Xiaoman, ignara che il padre sia proprio Zongyu. Ne nasce una irrefrenabile relazione extraconiugale resa ancora più cupa dall’intrusione del padre perdigiorno di Jiayin, deciso loscamente a trarre tutti i possibili frutti dalla situazione.

Scritti tra il 1979 e il 1983, e qui tradotti dal cinese da Maria Gottardo e Monica Morzenti, i tre racconti, ambientati negli anni ’40, sono lo specchio nudo di un’epoca tormentata, decadente, inquieta. Zhang Ailing (1920-1995), insolita figura di donna indipendente, colta, consapevole di sé, è rimasta un modello insuperato di gusto e convinzione, ancora oggi amata e ricordata come una delle scrittrici più raffinate di tutta la letteratura cinese.

Lussuria – Seduzione e tradimento è un film del 2007 diretto da Ang Lee, tratto dall’omonimo romanzo di Zhang Ailing.

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