Giovedì 20 ottobre, alle ore 12.00, presso Palazzo d’Avalos, a Procida, si terrà la presentazione della mostra collettiva d’arte contemporanea “Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi“, programmata e finanziata dalla Regione Campania (POC 2014-2020) e prodotta dalla Scabec nell’ambito del programma di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022.
Il percorso espositivo, ideato da Stefano Veneruso, nipote del compianto attore napoletano, raccoglie ed espone una emozionante carrellata di ricordi che, attraverso oggetti personali e opere d’arte, raccontano la poetica, le passioni, i successi e la vita di Massimo Troisi.
49 artisti affermati e giovani talenti hanno realizzato 66 opere che saranno esposte dal 20 ottobre 2022 al 6 gennaio 2023 nel suggestivo edificio cinquecentesco. Tra gli oggetti appartenuti a Troisi, alcuni dei quali divenuti veri e propri simboli, immagini iconiche del cinema d’autore come la celebre bicicletta del film Il Postino.
Ventotto anni dopo le riprese del capolavoro cinematografico diretto da Michael Radford con l’assistenza alla regia dello stesso Stefano Veneruso, la magia di Massimo Troisi fa ritorno a Procida, l’isola a cui ha donato la sua interpretazione più intensa e commovente.
PROGRAMMA del 20 ottobre, Palazzo d’Avalos, Procida
Ore 12:00, presentazione della mostra.
Saluti:
Felice Casucci – Assessore alla Semplificazione amministrativa e al Turismo della Regione Campania
Raimondo Ambrosino – Sindaco di Procida
Pantaleone Annunziata – Presidente Scabec
Intervengono:
Rosanna Romano – Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania
Leonardo Costagliola – Assessore al Turismo, alle Attività Produttive e alla Mobilità del Comune di Procida
Agostino Riitano – Direttore Procida 2022
Stefano Veneruso – Curatore della mostra
Seguirà una visita alla mostra riservata ai giornalisti, assieme al curatore.
Ore 18:00, vernissage della mostra.
La mostra sarà aperta al pubblico. Sulla facciata di Palazzo d’Avalos ci sarà la proiezione di un estratto del Backstage de Il Postino – Uno sguardo dentro (1994-2022), diretto e prodotto da Veneruso, delle opere d’arte protagoniste della mostra e di alcuni testi scritti daMassimo Troisi.
Obiettivo della Città Metropolitana di Napoli, che ha promosso l’evento e lo ha sostenuto sotto il profilo finanziario, è quello di rendere omaggio a Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 e di valorizzare, anche grazie al suo traino, tutta l’area metropolitana e quella flegrea in particolare. “Il Giro d’Italia – ha affermato il sindaco della Città Metropolitana e del Comune di Napoli, Gaetano Manfredi – rappresenta una delle tre corse di ciclismo a tappe su strada più importanti al mondo e uno degli eventi sportivi più seguiti a livello internazionale, con una copertura televisiva e digitale internazionale in 200 Paesi e un seguito sulle sue strade come pochi altri”. “La corsa offre, dunque – ha spiegato Manfredi – una grande visibilità internazionale ai territori attraversati, con una ricaduta turistica ed economica davvero importante. Al di là dell’impatto che la tappa ha nel breve periodo, con un aumento delle presenze e dell’offerta in città, grazie anche al proliferare delle iniziative collaterali messe in campo dalle istituzioni, delle associazioni e da soggetti privati, quello che occorre sottolineare è il suo impatto nel periodo medio-lungo: la visibilità e la copertura mediatica danno luogo a un incremento stabile della richiesta turistica, grazie alla promozione e valorizzazione del territorio e delle eccellenze locali”.
La tappa, che prende il nome di Napoli – Napoli (Procida Capitale Italiana della Cultura), è di quelle che gli organizzatori definiscono ‘tappe mosse’: non certo, dunque, tappe per scalatori, ma nemmeno necessariamente destinate ai finisseur, ai velocisti. Una tappa breve, di soli 153 km, ma intensa, con un dislivello di 2.130 metri, che potrà regalare delle sorprese.
La carovana rosa si muoverà alle 13.30 da Piazza del Plebiscito. In senso tecnico la partenza scatterà alla Rotonda Diaz, intorno alle 13.35.
Il gruppo salirà sulla collina di Posillipo e Coroglio, e da Agnano proseguirà nel comune di Pozzuoli verso la Solfatara.
Da lì, percorrendo la Via Consiliare Campana, gli atleti giungeranno a Quarto, dove si immetteranno sulla statale per poi uscire a Lago Patria costeggiando l’area di Liternum, nel territorio del comune di Giugliano, e portarsi sulla vecchia via Domitiana.
Proseguendo in direzione Pozzuoli, gli atleti entreranno nella penisola flegrea dove effettueranno un circuito impegnativo di circa 19 km attraversando i comuni di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, da percorrere quattro volte.
Due i traguardi volanti, uno al km 37,4, nei pressi del Lago Patria- Liternum, e un altro al km 115,7, a Bacoli, cui si aggiunge un gran premio della montagna di quarta categoria al km 118,7, a Monte di Procida.
Al termine dei 4 giri si rientra a Napoli, sul lungomare di via Caracciolo, dove ad aggiudicarsi la vittoria – intorno alle 17.30 – si presenterà probabilmente un gruppo ridotto per la volata finale.
(askanews) – In Italia sabato 14 per la tappa a Napoli le trasmissioni inizieranno alle ore 11.30 su Raisport Hd con ‘Aspettando il Giro’ con gli approfondimenti e le interviste pre-tappa. Dalle 12 ci sarà invece spazio a ‘Prima Diretta’ che seguirà le fasi iniziali della tappa mentre dalle 14.00 ci sarà il passaggio su Rai 2 per le fasi finali, fino alle 17.30 circa, quando si proseguirà, sempre su Rai 2, con il classico ‘Processo alla Tappa’.
Un momento di particolare attesa è quello previsto nella giornata di Giovedì 12 Maggio ricca di appuntamenti con la Villa Comunale che si trasformerà in un vero e proprio museo dei ciclisti del passato, in cui i nostalgici potranno rivedere immagini di repertorio ed i più giovani conoscere leggende del passato del ciclismo. “La Villa dei Ciclisti” è un omaggio alla storia dei più grandi protagonisti di questo meraviglioso sport ed è un modo non solo per rispolverare la memoria sui campioni storici che hanno percorso anche le strade cittadine di Bacoli, ma anche per far conoscere alle generazioni più giovani quanto accaduto nel loro Paese. Ogni singolo vialetto dei giardini della Villa Comunale sarà dedicato ad un ciclista del passato, con una apposita gigantografia ed una breve descrizione.
In occasione della “Villa dei Ciclisti”, contestualmente, alle ore 18:00 dinnanzi alla fontana di Nettuno, ci sarà la presentazione del libro “Il Giro racconta”, la meravigliosa storia della Corsa Rosa e dei suoi 115 arrivi in Campania in un libro di Gian Paolo Porreca. Contestualmente, il Consigliere Comunale incaricato al Giro d’Italia, Giuseppe Scotto di Luzio, presenterà alla città un opuscolo che raccoglie i dati, i racconti, le testimonianze e le immagini più belle dell’edizione 1977 e degli altri eventi ciclistici che hanno interessato in passato la città di Bacoli come le tre edizioni della Tirreno-Adriatico andate in scena dal 1987 al 1990. Previsti i saluti del Sindaco Josi Gerardo Della Ragione, dell’Assessore allo Sport Vittorio Ambrosino e del Presidente del Consiglio Comunale Mauro Cucco.
Prima, durante e dopo la presentazione del libro e l’inaugurazione della “Villa dei Ciclisti” verranno distribuiti gadget e omaggi con la griffe del Giro d’Italia comune.bacoli.na.it
In occasione dell’ottava tappa del Giro d’Italia, in programma sabato 14 maggio, la Carovana pubblicitaria della corsa rosa si fermerà a Pozzuoli portando con sè divertimento, colore, animazione e tanti gadget. L’appuntamento è per sabato alle ore 14:10 vicino all’Anfiteatro Flavio.
Il Giro d’Italia attraverserà il nostro territorio con partenza da Napoli ed arrivo sul territorio di Pozzuoli alle ore 14 circa: le biciclette transiteranno per via San Gennaro Agnano, via Solfatara, via Anfiteatro, corso Terracciano, via Artiaco e via Campana e si dirigeranno verso Quarto.
Una volta raggiunto Lago Patria, torneranno a Pozzuoli dalla Domitiana e imboccheranno via Cuma Licola per arrivare, attraverso Arco Felice Vecchio e via Scalandrone, al lago di Lucrino intorno alle 14:45.
Qui inizierà un circuito di 4 giri tra Lucrino, Bacoli e Monte di Procida, al termine del quale (ore 16:35 circa) i ciclisti si indirizzeranno verso Arco Felice per proseguire su via Campi Flegrei, corso Terracciano, via Solfatara e via provinciale San Gennaro Agnano per lasciare il territorio puteolano alle 16:50 circa. facebook: Comune di Pozzuoli
Il Giro racconta. La meravigliosa storia dei 115 arrivi della Corsa Rosa in Campania
PORRECA GIAN PAOLO pubblicato da LeVarie
Il Giro racconta rappresenta l’incredibile viaggio di ben 112 anni nella storia sportiva e sociale della Campania. Un’opera editoriale unica nel suo genere, che si sviluppa attraverso il racconto dei 115 arrivi di tappa del Giro d’Italia di ciclismo in regione, dal 1909, anno della nascita della Corsa rosa, fino al 2021 e che esce nelle librerie in occasione del ritorno del Giro d’Italia a Napoli, sabato 14 maggio 2022.
Un romantico percorso di sport e di vita vissuta, nato da una idea di Gianfranco Coppola, Marco Lobasso e da LeVarie edizioni, che la penna appassionata e leggera del medico e scrittore Gian Paolo Porreca descrive, arrivo dopo arrivo, stagione dopo stagione. Storie di campioni, di uomini e di amore per la bicicletta, unite da un filo rosa, leggero ma indistruttibile, che avvolge e coinvolge 34 località e comuni scelti quali sedi di arrivo di tappa in Campania. Nomi che campeggiano tutti, indimenticabili e fieri, uno dopo l’altro, provincia dopo provincia, in controcopertina, nella suggestiva composizione ideata e realizzata da Andrea Delehaye.
Il Giro racconta è un percorso tra le epoche e tra le imprese dei grandi campioni della Corsa Rosa, la più grande manifestazione sportiva italiana, a costo zero per gli appassionati, ideata e organizzata da La Gazzetta dello Sport. Si parte dalle strade polverose di Girardengo, Binda e Guerra; si continua con l’epopea di Bartali e Coppi. Si arriva alla rivalità gentile tra Merckx e Gimondi, a quella esplosiva tra Moser e Saronni, fino alle imprese epiche di Indurain, Pantani e di Nibali, in stagioni così vicine a noi. Nomi di campioni che hanno reso indimenticabili tanti luoghi della Campania. Napoli, con via Caracciolo e l’Arenaccia in prima fila, è la città del Giro, con i suoi 42 arrivi collezionati, fin dalla prima edizione, nel 1909, quando già alla terza tappa la Corsa rosa arrivò in città, entrando dal polveroso stradone di Campo di Marte, dove poi sono sorti il centro abitato e l’aeroporto di Capodichino. Poi Sorrento, il Vesuvio, Ischia. E ancora Salerno, Cava de’ Tirreni con il valico di Chiunzi, la salita dell’Agerola, gli arrivi nel Cilento e in Costiera; Caserta, Maddaloni, Benevento, Avellino, la salita di Montevergine di Mercogliano, fino ad arrivare al suggestivo arrivo di Guardia Sanframondi nel 2021 e al ritorno del Giro a Napoli quest’anno, per la 43ma volta nella storia, il prossimo 14 maggio. Succederà nell’ottava tappa, con un appassionante circuito all’interno del percorso partenopeo, che attraverserà, tra l’altro, le strade di Monte di Procida, città europea dello Sport per il 2023, distante un braccio di mare dall’isola di Procida, città italiana della Cultura per il 2022, luogo incantato del Golfo a cui il Giro renderà omaggio.
Solo in quindici stagioni, che elenchiamo qui per amore di statistica (1912, 1920, 1939, 1958, 1970, 1972, 1981, 1989, 1999, 2003, 2006, 2014, 2017, 2019, 2020) la Corsa rosa non ha avuto nel suo percorso un arrivo in Campania. Si tratta di piccole pause che ci hanno permesso però di dare vita all’interno del volume a uno spazio dedicato alle Pagine Rosa, romantici camei di ciclismo e di vita vissuta, scelti da Gian Paolo Porreca, che rappresentano un vero e proprio percorso letterario parallelo, anche nel colore delle pagine, al racconto classico. Pagine di passione, come lo sono quelle dei racconti di Gianfranco Coppola e di Gian Paolo Ormezzano, dedicati a meravigliosi storie di bici; acquarelli di ricordi ed esperienze mai dimenticate, di due grandi giornalisti innamorati del ciclismo. tuttobiciweb.it
A Procida Capitale Italiana della Cultura sono in arrivo musicisti da isole di tutto il mondo:
Taiwan,
Mauritius,
Madagascar,
Marshall Islands,
Tahiti,
Papua Nuova Guinea,
Australia,
Sardegna,
Sicilia,
Creta.
Il 3 maggio parte la rassegna “Echi delle distanze” con una rappresentativa di artisti e attivisti dall’Oceano Pacifico e Indiano. E tra maggio, giugno, fine agosto e settembre, prenderà forma un vero e proprio arcipelago di concerti, laboratori e incontri capace di esaltare il tema ‘La cultura non isola’ tra spiagge, giardini, belvedere, moli e piazzette. “L’isola è oggi più che mai modello delle culture contemporanee, l’altrove per eccellenza – spiega infatti il direttore di Procida 2022, Agostino Riitano – Nasconde tesori o è meta di fuga, espediente di ricerca della felicità”. Si chiama “Small Island Big Song” la piattaforma che raccoglie musicisti, artisti e attivisti provenienti da isole dell’Oceano Pacifico e Indiano a rischio di spopolamento e scomparsa per l’innalzamento del livello del mare. Atteso sul fronte del clima l’intervento di Selina Leem, classe 1997, già ambasciatrice delle Isole Marshall nel film “Before the Flood” prodotto da Leonardo DiCaprio, la più giovane oratrice alla COP21 per l’Accordo di Parigi. Tra i tanti appuntamenti anche un set acustico all’alba (5 maggio) sulla Spiaggia della Lingua con le sonorità ancestrali delle isole Mauritius (la cantautrice e attivista Emlyn) che intrecciano quelle di Taiwan (la cantante e bassista Putad, la cui vocalità unisce le antiche tradizioni del popolo Amis con una ruvida attitudine rock.
E ancora,
i concerti di Sauljaljui,(Taiwan),
il malgascio Sammy,
la violoncellista canadese Julia Kent.
Il 4 giugno sbarcherà l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, collettivo franco/svizzero.
Tra fine agosto e inizio settembre, attesi l’olandese Yuri Landman, Paolo Angeli, , Teho Teardo,
chiusura dal 16-18 settembre, con Alfio Antico la musica cretese della famiglia Xylouris.
“Siamo lontani dalle regole del mainstream e del mero intrattenimento – sottolinea Marco Stangherlin, curatore della rassegna e titolare di Wakeupandream – con un cartellone che sfugge alla logica effimera e verticale dei grandi eventi”.
.ilmattino.it – Procida 2022, musicisti da tutto il mondo per il «climate change» In alcuni tra gli angoli più belli di Procida, sono in programma incontri, laboratori e concerti. Il 4 e 5 maggio saranno dedicati all’approfondimento delle questioni ambientali che vedono queste isole in prima linea, con interventi di Selina Leem e degli artisti della piattaforma, che saranno anche protagonisti di workshop sulla costruzione di strumenti musicali con i rifiuti di plastica recuperati sull’isola di Procida (4 maggio) e sulle danze tradizionali delle isole austronesiane (6 maggio); tra i concerti ricordiamo il set acustico all’alba (5 maggio) sulla spiaggia della lingua con le sonorità ancestrali delle isole Mauritius (la cantautrice e attivista Emlyn) che intrecciano quelle di Taiwan (la cantante e bassista Putad, la cui vocalità unisce le antiche tradizioni del popolo Amis con una ruvida attitudine rock); e ancora, il set solista di Charles Maimarosia (4 maggio) da A’re’A’re (Isole Salomone) che suona flauto di pan, chitarra e canti tradizionali e trasporta l’ascoltatore in un viaggio spirituale nella cultura ancestrale di cui è portavoce; per arrivare al concerto collettivo del 7 maggio alla Marina Grande, dove canti, danze e groove oceanici interagiranno con le immagini del film/documentario dedicato al progetto «Small Island Big Song» a cura del filmmaker e produttore australiano Tim Cole. La prima settimana di «Echi delle Distanze» si conclude l’8 maggio con la violoncellista canadese Julia Kent, che si esibirà in un concerto speciale ispirato alla sua (premiata) colonna sonora per il film austriaco «Stories from the sea». Il film – storia di tre donne e del loro rapporto con il Mediterraneo – sarà proiettato dopo il live, alla presenza della regista Jola Wiezcorek. La rassegna proseguirà con appuntamenti il 4 giugno e tra fine agosto e settembre (in particolare, il 2 e 3 sono attesi Paolo Angeli e Teho Teardo e tra 16 e 18 settembre Alfio Antico e il leggendario Psarantonis, da Creta). Le voci «L’isola è oggi più che mai modello delle culture contemporanee, l’altrove per eccellenza – spiega il direttore di Procida 2022, Agostino Riitano – Nasconde tesori o è meta di fuga, espediente di ricerca della felicità. Attraverso il lavoro di sperimentazione e condivisione di alcuni tra i più straordinari musicisti del mondo esploreremo, dall’osservatorio di Procida 2022, questo privilegiato regno di doppi: apertura/chiusura, accoglienza/esclusione, libertà/reclusione, legame/distanza. Il nostro sarà, in linea con l’intero progetto di Procida Capitale, un laboratorio di felicità sociale aperto ai cittadini, residenti o temporanei, per lanciare messaggi di sostenibilità, integrazione e apertura al mondo».
Il Mattino – Procida 2022, la violoncellista Julia Kent in concerto a Casale Vascello Il mare e le sue storie, tra musica e identità: la violoncellista e compositrice canadese Julia Kent, di base a New York, conclude con un grande concerto gratuito, in programma domenica 8 maggio a Casale Vascello a partire dalle 21.30, la prima settimana della rassegna “Echi delle distanze” per Procida Capitale Italiana della Cultura 2022.
Seconda tappa – dopo Napoli, Palazzo Venezia lo scorso 30 gennaio 2022 – delle quattro previste nel progetto “La Favola del principe di Sansevero” – a cura del Dott. MIMMO MACALUSO, Ispettore Onorario dei Beni Culturali Regione Siciliana.
A Procida il 23 aprile 2022 presso la Congrega dei Turchini, si terrà la presentazione di “Dinanzi al Cristo dei Misteri di Procida” racconto dedicato a ENRICHETTA CAPOBIANCHI, interprete unica del canto antico dei Misteri di Procida tratto dal libro di Elviro Langella “La favola del principe di San Severo”
L’ appuntamento, che propone anche una mostra multimediale, sarà introdotto
dal Priore MATTEO GERMINARIO
e dal Dottor GABRIELE SCOTTO DI PERTA
a seguire gli interventi
dello Scrittore GIACOMO RETAGGIO e
del Dottor SERGIO ZAZZERA.
il commento al libro video-registrato della Professoressa CARLA SANTORO, dirigente dell’I.C. «Ugo Foscolo» di Taormina.
Il professore ELVIRO LANGELLA illustrerà il progetto ed i prossimi appuntamenti di Taormina, il 26 maggio 2022 e, successivamente, di Roma.
Nel corso della presentazione, il soprano ANNA LUBRANO LAVADERA, diretta dal Maestro MARISA PUGLIA, renderà omaggio a ENRICHETTA CAPOBIANCHI interpretando i brani “Maria a lu Giovedì Santo”, canto della Settimana Santa procidana; “Settima parola”, tratto dalle “Sette parole di Gesù in croce”, composto dal sacerdote procidano Nicola Martiniano, e fino ad alcuni anni fa eseguito costantemente nelle funzioni del Venerdì santo; e, per finire, “Ave Verum” di W. Amadeus Mozart.
IL CRISTO MORTO Fin dal primo Settecento la Congregazione dei Turchini possiede una scultura in legno policromo dello scultore napoletano Carmine Lantriceni. Questa sacra immagine viene portata in processione il giorno del Venerdì Santo. La struggente drammaticità di questa scultura è da sempre nell’anima di ogni procidano, di conseguenza è oggetto di culto e di venerazione. L’effetto più immediato che suscita in chi l’ammira per la prima volta è straordinario. Vedere un corpo straziato dal supplizio della Croce, giacente nell’ultimo spasimo di un dolore atroce, non può non suscitare che profonde emozioni e un immediato desiderio che si trasforma in istinto di voler avere un contatto fisico con l’immagine toccando quel corpo martoriato quasi a voler alleviare il dolore. Ma al di là delle emozioni e dei sentimenti, questa stupenda immagine riporta il credente al Vangelo, dove è spiegato perché un Uomo-Dio soffre e muore in croce. È la pazzia di un Dio che per amore e solo per amore, non esita a sacrificare se stesso sulla Croce per poi riaffermare la sua divinità, non da solo ma coinvolgendo l’umanità intera. http://www.elvirolangella.com/lavori/procida-il-cristo-morto.php
ENRICHETTA CAPOBIANCHI GIACOMO RETAGGIO – 18 marzo 2022 Attenti alla spada! Mantenete la bilancia! La voce tesa di don Luigi Fasanaro, il curato, echeggiò nella chiesa di S. Michele. La buona Enrichetta, che tutti chiamavano “Richetta”, ebbe un sobbalzo. Conosceva a fondo il curato e sapeva bene che quando si arrabbiava diventava intrattabile. Ormai erano cinquant’anni e più che frequentava la chiesa e lo conosceva bene. Anzi tutti si chiedevano cosa avrebbe fatto il curato senza l’aiuto di “Richetta”. E questa faceva finta di niente; non si offendeva mai ed offriva tutte le offese che riceveva a San Michele, in sconto dei propri peccati. Era quello della mattina uno dei momenti più importanti per questa chiesa, vale a dire l’intronizzazione della statua di San Michele sull’altare maggiore in occasione dell’8 maggio, ricorrenza dell’apparizione dell’Arcangelo. I confratelli dei “Gialli” avevano prelevato l’immagine argentea dalla propria nicchia nella sua cappella e l’avevano spostata sull’altare. Era sempre una manovra delicata perché l’argento della statua si poteva graffiare, la spada sguainata poteva cadere o urtare a qualche parte, così come la bilancia poteva oscillare troppo. L’8 maggio di ogni anno era la giornata più importante per la chiesa e Procida. E don Luigi e la buona “Richetta” lo sapevano. Non si potevano permettere errori. Il prete si definiva “il custode del tempio”; la donna era per contro “L’anima della chiesa”. La manovra dell’intronizzazione di S. Michele era una manovra molto delicata e bisognava stare molto attenti. Si trattava di roba molto preziosa e delicata, frutto della pietà dei Procidani e Richetta lo sapeva benissimo. Cosa sarebbe stata la chiesa di San Michele senza di lei? 01 Ricordo di Enrichetta Capobianchi di Giacomo Retaggio
Elviro Langella è nato il 3 luglio del 1950 a Torre Annunziata (Napoli) e vive oggi a Giardini Naxos in Sicilia. Ha insegnato per 35 anni la Storia dell’arte nei licei, promuovendo iniziative per sensibilizzare attivamente i giovani ad un consapevole accostamento alla ricchezza dell’inesauribile patrimonio artistico del Paese, attraverso linguaggi espressivi ad essi congeniali ed in linea con i new media. A riguardo, ricordiamo i progetti di sua creazione: Interactive Media, Viaggio nella storia del pianoforte e La stanza del sogno presentato in Sicilia e in Calabria e dedicato all’amato deltaplanista ed etologo Angelo d’Arrigo spentosi tragicamente il 26 marzo 2006.
La realizzazione del progetto Il sogno di Polifilo ha richiesto l’intero arco di un triennio, articolandosi in una serie di performance multimediali ambientate in molti siti d’arte tra i più rappresentativi: dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, alle Cappelle Medicee di Firenze, all’abbazia arabo-normanna dei Santi Pietro e Paolo in Val d’Agrò in Sicilia, al Parco dei Mostri di Bomarzo, al cinquecentesco castello del Carafa di Santa Severina e all’antica Acherontia in Calabria. È autore dei seguenti libri: “La favola alchemica di Raimondo di Sangro” per i tipi di Tullio Pironti (1a edizione) e dell’Ippogrifo (2° edizione); “I marmi filosofali del principe di Sansevero”, E.M.I.S. Multimedia editore; Una Sirena di nome Pegeen (E.M.I.S.); Kubrick. Oltre l’infinito per la rassegna organizzata dallo stesso scrittore nel 2001 a Giardini Naxos, in onore del regista Stanley Kubrick scomparso il 7 marzo 1999. elvirolangella.com/biografia
La favola alchemica di Raimondo di Sangro – da Il Mattino 19 Maggio 1984 IL TEMPIO DEI SEGNI INEFFABILI. La Cappella Sansevero di Napoli testimonia dell’enigmatica personalità di Don Raimondo di Sangro, il Principe che a metà del Settecento ne ideò e diresse la ricostruzione e collocò la serie di sculture allegoriche appositamente commissionate. Se nell’edificio entrasse un greco antico resterebbe turbato scorgendo, a sinistra, il giovane cinto da pelle di leone che rappresenta il Decoro.
La statua ha struttura e linee classiche, quasi pervase da una serenità apollinea; il “profano” di oggi potrebbe cogliervi l’invito ad un tranquillo e austero itinerario contemplativo tra le figure schierate più innanzi. Il nostro greco, però, noterebbe che al forte giovane manca un calzare, lo avrà smarrito: pauroso inizio di un viaggio recente, e forse non concluso in territori d’oltretomba inaccessibili ai comuni viventi. Nell’antichità vennero immaginiati come monosandalos Giasone e Dioniso, entrambi protagonisti di miti tenebrosi, tragici. Il particolare è rilevato e commentato da Elviro Langella nel recente volume La favola alchemica di Raimondo di Sangro e può essere il primo inquietante segnale d’un percorso lungo il quale ai simboli cristiani s’intrecciano fittamente quelli più segreti, iniziatici. http://www.elvirolangella.com/lavori/favolaalchemica.php
Il dott. Domenico Macaluso è Ispettore Onorario dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia. Le sue singolari esperienze spaziano a tutto campo, dall’archeologia subacquea alla medicina, sposandosi intimamente all’originaria professione di chirurgo, nell’alveo della tradizione di illustri predecessori qual è stato, ad esempio, il medico e vulcanologo Carlo Gemmellaro, per rimanere ai grandi esploratori del mistero dell’Isola Ferdinandea, sulle cui orme Macaluso ha condotto la straordinaria scoperta dell’immenso complesso vulcanico “Empedocle” sui fondali siciliani tra Sciacca e l’isola di Pantelleria. Ci piace ricordare anche l’arditissimo progetto sulla “Space Surgery”, di sperimentazione di telechirurgia appoggiato alla Stazione Spaziale Internazionale. Da una nuova eccezionale scoperta, appunto, del nostro archeologo l’autore del nostro libro ha tratto l’ispirazione dell’intero progetto del suo “Viaggio in sogno”. Si tratta del ritrovamento del relitto dell’ Angelika proprio sulle coste di Ribera, a qualche chilometro da Sciacca www.elvirolangella.com
ripost.it – Ribera: Mimmo Macaluso ricorda Letizia Battaglia che fotografò “Lu ‘ncontru” di Pasqua – Quella che allego in questo mio ricordo di Letizia, è una scena dell’incontro di Pasqua scatta dal sottoscritto, non per raffrontarmi alla grande fotografa, ma per focalizzare l’attenzione sul soggetto, che in fondo è quello che ha colpito Letizia Battaglia: alcuni masculuna siciliani, che come bambini saltano e corrono felici, tenendosi per mano.
Si è alzato il sipario oggi su Procida capitale italiana della cultura del 2022 con una cerimonia sull’isola alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha rivolto un discorso quasi programmatico, che è arrivato a spaziare sulla situazione globale. «La cultura è un capitale da valorizzare» ed è anche «sinonimo di pace», ha detto il Capo dello Stato, che è stato accolto dai bambini delle scuole e ha rivolto un saluto agli abitanti dell’isola campana. E ha ribadito come lo sviluppo del Paese dipenda dalla crescita del Sud. Da Procida, ha aggiunto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, arriva «un messaggio di accoglienza. Anche nei momenti più duri la cultura può dimostrare di essere lo spazio del dialogo».
Durante l’anno saranno 150 gli eventi in 300 giorni di programmazione, con 350 artisti di 45 Paesi, secondo lo slogan “La cultura non isola”. Non nasconde la soddisfazione il sindaco di Procida, Dino Ambrosino: «Non chiamateci più “Cenerentola delle isole del Golfo”. Da oggi Procida è una regina». Il programma entrerà nel vivo con gli eventi della settimana Santa tra cui la Processione dei Misteri del venerdì che torna dopo due anni di stop per la pandemia. Le parole chiave che ispireranno il programma saranno legami, co-creazione, dimensione internazionale, inclusione ed eco sostenibilità e con la logica delle 6 “i”: Procida include, insegna, impara, ispira, inventa, innova. Tra gli eventi in programma laboratori, concerti, mostre, itinerari e percorsi, scuole per bambini ed adulti ed ancora un festival letterario, Festival di teatro e arti performative, un laboratorio di citizen science, installazione sonore, uscite in barca a vela e battute di pesca ed una mostra del maestro Mimmo Jodice.
Procida Capitale della Cultura, l’inaugurazione: la magia del pianoforte sospeso e ‘Moby Dick’ in piazza. Dalla musica leggera al jazz, fino al rock ed alla disco passando per la musica contemporanea e le colonne sonore più note a suonare, nel ponte inferiore dell’imbarcazione, è Renata Bevegnù, giovane pianista italiana protagonista di una delle prime performance artistiche in programma: a rappresentare la metafora della musica in volo, l’artista è sollevata a tre metri da terra assieme al suo pianoforte.